Onesto è colui che cambia il proprio pensiero per accordarlo alla verità.
Disonesto è colui che cambia la verità per accordarla al proprio pensiero.
Anonimo
martedì 7 marzo 2017
Lev Tolstoj: lavoro
"Che terribile errore del nostro mondo, pensare che la fatica, il lavoro sia una virtù. Né l'uno né l'altra, ma piuttosto un vizio. Cristo non lavorava."
Lev Tolstoj
Herbert Marcuse: lavoro
"Poiché la durata della giornata lavorativa costituisce essa stessa uno dei principali fattori repressivi imposti dal principio della realtà al principio del piacere, la riduzione di questa durata fino al limite in cui il puro tempo lavorativo non blocchi piú lo sviluppo umano, è la prima delle condizioni preliminari della libertà. Una siffatta riduzione significherebbe quasi sicuramente da sola un abbassamento del tenore di vita attuale nei paesi industriali piú progrediti. Ma la regressione a un livello di vita inferiore, che sarebbe la conseguenza del crollo del principio di prestazione, non parla contro il progresso della civiltà.
Che la liberazione sia condizionata da un livello di vita sempre piú alto, è un argomento che serve con troppa facilità a giustificare la perpetuazione della repressione. Determinare il livello di vita in termini di automobili, apparecchi televisivi, aeroplani e trattori, è tipico del principio di prestazione stesso. Al di là del dominio di questo principio, il livello di vita verrebbe misurato con altri criteri: la soddisfazione universale dei bisogni umani fondamentali, e la libertà dalla colpa e dalla paura – da quella interiorizzata come da quella esterna, da quella istintuale come da quella “razionale”.
Herbert Marcuse, Eros e civiltà
Friedrich Nietzsche: lavoro
"si sente oggi che il lavoro come tale costituisce la migliore polizia e tiene ciascuno a freno e riesce a impedire validamente il potenziarsi della ragione, della cupidità, del desiderio d’indipendenza. Esso logora straordinariamente una gran quantità d’energia nervosa, e la sottrae al riflettere, allo scervellarsi, al sognare, al preoccuparsi, all’amare, all’odiare” (F.Nietzsche)
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