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martedì 30 aprile 2013

Alessio Mannino: tutta colpa degli italiani


Italiani di destra e sinistra, vi meritate tutto questo. Vi meritate un governo che non è nient’altro che un Monti bis, solo più furbesco (la ministra di colore, la Convenzione per riforme eterne incompiute, qualche taglietto ridicolo agli stipendi ministeriali) ma ugualmente scientifico nel perseguire la politica economica e sociale dettata dai mercati e dall’Eurocrazia (con la disgustosa retorica del “buon padre di famiglia” evocata dal premier Letta: come se non ricordassimo che fu proprio il suo maestro, Andreatta, l’autore della privatizzazione della Banca d’Italia, che diede la stura istituzionale al debito inestinguibile contrattato nella bisca dei titoli).
Ve la meritate, questa ennesima conferma sfacciata dell’assoluta identità di fondo dei partiti difensori della Repubblica oligarchica. Siete voi che siete andati ancora una volta a legittimare col vostro voto chi non può fare a meno dell’ammucchiata conservatrice, per mantenere il potere e le comode posizioni di privilegio personale e di casta, obbedienti ai padroni Usa e Ue, voi i responsabili oggettivi della cappa di pensiero unico, e ora, nuovamente, di governo unico che ci ritroviamo sulla testa.
Voi che, ragliando beatamente e beotamente gli inni della illusoria guerra elettorale, avete infilato la vostra brava scheda nell’urna, come al solito sperando che la vostra squadra del cuore vinca, ma non vince mai perché la partita è truccata in partenza (leggi elettorali inguardabili, interessi trasversali, patti per tutelarsi a vicenda). Vi fate sempre fregare, e così anche questa volta siete rimasti fregati.
Voi di sinistra che avete votato la coalizione Pd-Sel: complimentoni. Voi democratici ve le bevete proprio tutte, uscite dai gangheri per qualche giorno ma al dunque tornate nei ranghi, lobotomizzati dal mito fasullo, di origine democristiana e comunista, del Partito unica fonte di salvezza. Coprite con la menzogna della “responsabilità” l’acquiescenza pecorona a qualsiasi intruglio parlamentare, fino ad accettare la copula con Berlusconi che era la vostra bestia nera fino a ieri e oggi è diventato l’alleato senza alternative. Siete senza spina dorsale, senza dignità.
Voi sellini cercate di rifarvi una verginità passando all’opposizione, ma la vostra strada è una ed è obbligata: rimettervi assieme a ciò che sta immediatamente alla vostra destra, cioè il Pd o quel che ne resterà. Siete chiacchiere e distintivo.
Voi del PdL potete gongolare: il vostro beniamino e messia Berlusconi è rinato, smentendo tutti coloro, fra cui noi, che lo davano politicamente finito. Ma il berlusconismo è al capolinea, così come il leghismo, la cui carica di rivalsa anti-statale è stata scippata dal grillismo, più fresco e credibile anche se impreparato a farne un uso efficace. Vi crogiolate nel vedere questo vecchio marpione delinquenziale prendersi la sua rivincita e tornare a Palazzo Chigi per interposto Alfano, e tanto vi basta. Il vostro anti-sinistrismo viscerale e quarantottesco? Accantonato in un batter di tacchi, sull’attenti, perché Silvio ha sempre ragione.
Voi leghisti avete toccato il punto più basso della vostra parabola politica: attaccati con le unghie e coi denti alle tre regioni del Nord favoleggiando di una macroregione che mai vedrà la luce, ma che vi terrà buoni e creduloni dopo aver inseguito per decenni paradisi artificiali con nomi sempre nuovi (indipendenza, federalismo, Padania, devolution), avete votato Napolitano al Quirinale e state vivendo il vostro declino stando un po’ dentro e un po’ fuori, né in maggioranza né all’opposizione. Una italianissima e cialtronissima non belligeranza.
Sì, siete tutti voi i colpevoli, voi milioni di boccaloni. Alla fine torniamo sempre lì: agli àpoti di Prezzolini, quelli che non se la bevono. Ma mentre l’indimenticabile e purtroppo dimenticato Prezzo ne faceva motivo per uno scettico distacco dopo anni di battaglie giornalistiche e politiche da italiano inutile quale si sentiva, io penso che la repulsione anzitutto morale che suscitate deve farsi carburante di un’attiva rivolta esistenziale e politica. Compreso un netto, se si vuole aristocratico ma nient’affatto snobistico sentimento di distanza dall’italiano beone e beota che incarnate così bene. No, non è la riedizione della diversità antropologica di berlingueriana memoria, quella sì snob e antisociale (sia pur testimoniato da una militanza Pci che appunto fino a Berlinguer poteva dirsi di una serietà impeccabile), né tanto meno intolleranza livellatrice di ascendenza fascista. La differenza consapevole di cui sto parlando non è ostentato e sprezzante complesso di superiorità, perché voi, comportandovi come vi comportate, avete la colpa di tradire i vostri stessi interessi, che sono quelli dei molti contro i pochi, del popolo contro la cricca. Non siete “nemici di classe” come pensavano quei tardoni dei tardo-marxisti, né “antinazionali” da purgare e bandire dalla vita civile com’era prassi per i gorilla fascistoni.
Voi, plaudendo alla sceneggiata partitocratica, siete i peggiori nemici di voi stessi. 

lunedì 29 aprile 2013

Dario Fo - Piovono pietre



"Ci risiamo, piovono pietre! E’ straordinario: tutte le volte che mi capita di scrivere o recitare un lazzo grottesco su un personaggio politico della destra e qualche volta anche della sinistra, vengo subito aggredito da una caterva di insulti dai soliti giornali moralmente corretti e dai media in genere. In questo caso lo sberleffo indegno che ho prodotto ha colpito due personaggi che rischiano di venire eletti come ministri o sottosegretari del nuovo governo. Ed ecco che scatta subito il reato di lesa maestà. Il primo da me colpito è stato Brunetta, detto da qualche commentatore sgarbato ‘il petulante di turno’. Il secondo è l’ex Presidente del Senato Schifani. Mi sono permesso di far notare come il suo cognome sia onomatopeico... in quel suo nome c’è già tutto: il rifiuto e il senso di angoscia che procura il suono di questa parola. Schifani.
Cominciamo con il puntualizzare come mi sono espresso nella prima ironia. Di che atto indegno mi sono macchiato?
Ho detto: “Brunetta che giura da ministro? La prima cosa che faccio è cercare un seggiolino per metterlo a livello, all’altezza della situazione. Oppure meglio una scaletta, così se la regola da sé! Sarebbe una gentilezza che si fa a Brunetta, e alla società, per non aver l’angoscia di vedere qualcuno che non ce la fa. Sia chiaro, non è mai gentile approfittare della situazione fisica di un personaggio per denigrarlo perché a noi interessa soprattutto il suo cervello... questa sì che è la dimensione essenziale!
E qui si è spalancata la cupola dei benpensanti e ha avuto inizio la gara dell’indignazione: onorevoli di razza eletti dal popolo sovrano – si fa per dire sovrano! - maître à penser, cronisti di rango e soprattutto la sacra pletora dei politici che in coro si indigna per tanta smaccata protervia comica.
Ma come?! Soltanto qualche giorno fa vi è capitato, cari rappresentanti del popolo, di ascoltare le parole pronunciate proprio nei vostri riguardi dal Presidente della Repubblica in persona che brutalmente lanciava accuse feroci contro di voi e il vostro comportamento nei governi di questi ultimi vent’anni. E voi eravate lì, di fronte a lui, che vi diceva:
Siete di fatto degli ipocriti. Vi siete comportati con irresponsabilità e doppiogiochismo, amici miei! Avete operato con furbizia e avidità di potere...
Ci mancava solo che concludesse con un “Fate schifo”!
E voi con espressione da impuniti con la faccia di tolla, avete esibito sorrisi radiosi e avete applaudito festanti.
Ma il Presidente parlava di voi, del vostro comportamento, e bacchettava feroce la vostra insipienza, l’agire solo per un unico interesse, il vostro e quello della vostra casta.
Nessuno si è battuto manate sulla fronte e sul petto. E’ come se Napolitano parlasse di qualcuno che non era lì seduto davanti a lui ma di altri indegni che stavano fuori ben nascosti.
Ma come si permetteva quel vecchio signore, che voi avevate appena rieletto, di mancarvi così palesemente di rispetto davanti ad ospiti e a giornalisti – e ancor più dinnanzi a tutta la nazione che stava ascoltando quelle parole di fronte alla televisione a reti riunite?
Nessuno che si sia levato in piedi offeso a gridare: “E no, non accettiamo questi insulti, assolutamente non li meritiamo!”, e magari con un gesto davvero epico abbia spostato le sedie e sia uscito dal palazzo masticando parole indignate!
No! Tutti seduti fermi e col viso sereno, soddisfatti del proprio operare davanti a tutta la nazione!
All’istante mi viene in mente “il re è nudo!” gridato da una voce innocente di un bambino nella favola di Andersen che l’aveva scritta proprio per dileggiare il proprio monarca. Il popolo si fece una grossa risata, la corte un po’ meno; ma nessuno mandò insulti all’autore della satira.
Già, ma la favola era ambientata nella Danimarca del Ottocento. Noi da tempo abbiamo perduto il senso dell’umorismo e soprattutto l’ha perduto chi ci governa. Da noi è normale cacciare dal palco o dal video chi fa ironia sul potere.
Ricordo ancora che circa cinquant’anni fa, recitando in televisione, io e Franca - per esserci permessi di far sapere che da noi in Italia esiste la mafia che assassina i sindacalisti a decine e i lavoratori in gran numero e che gli operai che cadono dalle impalcature senza protezione finiscono spiaccicati al suolo - ci siamo visti censurare un’intera trasmissione, Canzonissima, e fummo costretti ad abbandonare la RAI e per sedici anni fummo banditi, puniti come malfattori.
Quindi non temete, potete continuare tranquilli a cacciarci se vi riesce e, come ha richiesto certa stampa, a pretendere che l’Accademia di Svezia ci ritiri il Premio Nobel, ma qui bisogna che vi avverta subito: andate a rischio che in seguito a questo nostro comportamento verso una nazione come è oggi l’Italia ce ne diano un altro di Premio Nobel, con la stessa motivazione del primo. “Questo premio vi è consegnato per aver dileggiato il potere a vantaggio della dignità degli oppressi. Grazie! Continuate così!”.Dario Fo
PS: Ad ogni modo avrete altre possibilità di risentirvi con maggior foga perché fra dieci giorni circa uscirà un intero libro scritto da me e Giuseppina Manin dedicato alla satira dal titolo “Un clown vi seppellirà”. Siamo quasi certi che le persone spiritose si divertiranno... un po’ meno certi politici!

martedì 23 aprile 2013

Massimo Fini: stimolare i consumi


Il lettore avrà sentito dire mille volte, e non solo in questi tempi di crisi, da politici, di destra e di sinistra, da economisti, da sindacalisti: “Bisogna stimolare i consumi per aumentare la produzione”. Se la guardate bene, a fondo, questa frase è folle. Perché vuol dire che noi non produciamo più per consumare, ma consumiamo per produrre. Che non è il meccanismo economico al nostro servizio, ma noi al suo.

Massimo Fini

È necessario che l’uomo analizzi dentro di sé gli scopi della propria attività e i valori che la ispirano, oltre che al mondo che si accinge a modificare, incessantemente, giacché il problema non è solo di stabilire se la specie umana potrà sopravvivere, ma anche, e soprattutto, se potrà farlo senza ridursi a un’esistenza indegna di essere vissuta”

Scienziati del MIT

lunedì 15 aprile 2013

Arthur Schopenhauer : l'ammutolimento relativo


"Se a una domanda o a un argomento l'avversario non dà una risposta diretta o non prende una posizione precisa, ma evade con una controdomanda, una risposta indiretta o addirittura con qualcosa che non è pertinente all'oggetto in discussione e vuole andare a parare da tutt'altra parte; questo è un segno sicuro che abbiamo toccato (magari senza saperlo) un punto marcio" 
Arthur Schopenhauer - L'arte di ottenere ragione

martedì 9 aprile 2013

Andrea - Voto palese

"Ritengo che un parlamentare debba esprimere, sempre e comunque,  un voto palese nelle assemblee legislative che lo vedono rappresentante del popolo, per rispetto degli elettori e per evitare qualsiasi tentativo di depistaggio."
Andrea

mercoledì 3 aprile 2013

Jeff Sparrow - Tutto quello che temevamo


"Tutto quello che temevamo di subire dal comunismo, che avremmo perso la nostra casa, i nostri risparmi, che saremmo stati costretti a lavorare per salari da fame, senza nessuna voce in capitolo all' interno del sistema - è diventato realtà col capitalismo".

Jeff Sparrow