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domenica 16 dicembre 2012

Andrea - Basta semplicemente dire NO


Mi sono scocciato di sottostare alla legge del vivere civile che ti assoggetta a dire sì senza convinzione quando i no, convintissimi, ti saltano alla gola come tante bolle d'aria. Eduardo De FilippoGli esami non finiscono mai, 1973

Nicola e Stefano,

premetto che mi ritengo una persona che, in prima istanza, tenta sempre di addivenire ad un compromesso che possa essere di beneficio a tutte le parti contendenti.

In termini molto generali e minimizzando quindi la realtà della nostra azienda, alla luce di tutto ciò che ho visto e che vedo attorno a me, alla luce delle informazioni che giornalmente mi sforzo di racimolare ed ordinare nella mia mente, alla luce di innumerevoli esempi quotidiani di cui sono, a volte attivo ed a volte inerte spettatore, alla luce di semplici statistiche che vedono aumentare i redditi dei sempre più ricchi a discapito dei redditi dei sempre più poveri, alla luce di molti altri motivi che non mi dilungo ad elencarvi, sono giunto alla conclusione che non e’ più tempo ne' mia intenzione procedere ad accordi, mediazioni, compromessi, patti o quant’altro con gente animata unicamente dal proprio immediato e malcelato, per non dir palese,  profitto.

A mio avviso, e’ giunto il momento di porre un ostacolo insuperabile ai continui tentativi di “limare al ribasso” i diritti della maggioranza delle persone a vantaggio effettivo dei soliti pochi noti e non della collettività.

Basta semplicemente dire NO.
Dirlo a voce alta ben sapendo che costerà grossi, iniziali, sacrifici.

Personalmente sono disposto a questi sacrifici in quanto sono fermamente convinto che sia l’unico modo per liberarsi dal giogo nel quale siamo stati messi, a vantaggio almeno delle generazioni future.

L’unico problema, se e’ un problema, e’ che la maggior parte delle persone non la pensa così.

La maggior parte delle persone e’ fiduciosa che i “reiterati” e “piccoli” sacrifici che gli vengono imposti, e a cui si assoggettano docilmente, siano comunque necessari, soprattutto se paragonati ad alternative “catastrofiche”, come ad esempio l’esternalizzazione o la perdita del lavoro.
La maggior parte delle persone e’ disposta ad arrivare a “grattare” il fondo del barile prima di ribellarsi, quando forse non ne avra' neanche più la forza.
La maggior parte delle persone, ed i millenni precedenti - con rare eccezioni -  ce lo dimostrano, non si rende conto di quanto a portata di mano possa essere la realizzazione di una vita da uomo libero piuttosto che una vita da schiavo.
Le stesse organizzazioni sindacali, compromesso dopo compromesso,  hanno avuto un ruolo importante nel perdere le conquiste dei nostri padri e nel costringere i nostri figli a “sopravvivere” con un lavoro precario mal retribuito ed incerto come la  stessa parola insegna.

Basta semplicemente dire NO.
Dirlo a voce alta ben sapendo che costerà grossi, iniziali, sacrifici.

Dirlo anche quando il compromesso può risultare “conveniente” ad una miope visione.
Dirlo non avendo paura di incorrere nelle ire delle persone che il più delle volte e per vari motivi non riescono o non vogliono o non possono avere una visione più approfondita di ciò che li circonda.

Comunque, una magra consolazione mi solleva debolmente.
E’ il pensiero che, quando le future generazioni protesteranno per le condizioni lavorative, famigliari, economiche, sociali che si troveranno a dover subire per l’inezia, egoismo, codardia della maggioranza dei loro genitori, almeno potrò dire che la mia, piccola parte, ho tentato di farla, provando a porre il “bene collettivo maggiore” come obiettivo unico perseguibile.

… è forse poco, ma è ciò che resta a persone come me che avendo un perché per vivere possono sopportare anche il destino che li travolge.

Andrea

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